Il Barracuda e le nuove sfide della pesca a spinning moderna
Negli ultimi anni, il barracuda è diventato uno dei predatori più comuni nelle acque del Mediterraneo e si gioca questo primato quasi a pari merito con il pesce serra.

Questo fenomeno è, secondo me, strettamente legato al riscaldamento globale, che ha portato a un aumento delle temperature marine favorendo la diffusione di specie termofile come il barracuda.
Oltre al cambiamento climatico, altri fattori hanno contribuito alla sua crescente presenza tra cui l'adattabilità della specie e le modifiche negli ecosistemi marini. In questo articolo esploreremo le cause di questa proliferazione e faremo una piccola guida dettagliata sulla pesca a spinning del barracuda focalizzandoci su attrezzature, condizioni marine, orari, spot e tecniche di recupero.
Il Mediterraneo è considerato un "hotspot" dei cambiamenti climatici con un riscaldamento fino a tre volte superiore rispetto agli oceani globali. Questo aumento delle temperature ha portato a sconvolgimenti nella biodiversità marina favorendo la diffusione di alcune specie a discapito di altre.
Per fare un esempio la spigola (Dicentrarchus labrax) è diventata sempre più rara, mentre si nota la buona presenza di barracuda (Sphyraena viridensis) e pesci serra (Pomatomus Saltatrix), inoltre nuove specie si stanno diffondendo sempre più come il Carango (Caranx crysos).
Studi recenti hanno evidenziato che le temperature marine in aumento stanno spingendo queste specie verso nord espandendo i loro areali in zone precedentemente più fredde.
Questo fenomeno, noto come "meridionalizzazione", sta trasformando l'ecosistema marino del Mediterraneo e dell'Adriatico.
Oltre al riscaldamento globale, altri fattori hanno contribuito alla diffusione del barracuda nel Mediterraneo, come dicevo prima, l’adattabilità della specie. Il barracuda è un predatore altamente adattabile capace di colonizzare diversi habitat marini, dalle scogliere alle zone portuali.
Anche l'impatto umano come la pesca eccessiva e l'inquinamento ha alterato gli equilibri ecologici creando nicchie ecologiche che il barracuda ha saputo sfruttare.
La costruzione di canali come il Canale di Suez ha facilitato l'ingresso di specie aliene nel Mediterraneo contribuendo alla diversificazione della fauna marina.
Dopo questa introduzione, facciamo anche un piccolo focus di attenzione sulle attrezzature per la pesca a spinning del barracuda.
Per essere efficaci, si richiede attrezzatura specifica per affrontare la potenza e l'aggressività di questo predatore, tuttavia una tipica combo canna-mulinello dedicata allo spinning medio in mare, può essere un ottimo punto di partenza, ma potrebbe anche rappresentare una valida scelta che ci accompagnerà per tanto tempo.
Le canne ideali per questa pesca hanno le seguenti caratteristiche: lunghezza tra 7' e 9' piedi (2,10 - 2,70 metri) per garantire un buon lancio e controllo dell'esca. Azione fast o extra-fast per una risposta rapida durante il recupero e la ferrata. Potenza con capacità di gestire esche con un peso compreso tra 20 e 60 grammi.
Un mulinello di qualità è essenziale per gestire le fughe del barracuda, anche se non è un grande combattente, ma i grossi esemplari necessitano di buoni attrezzi, ricordiamo che recentemente in Calabria è stato catturato un barracuda di circa 12 Kg.
La taglia 4000-5000 per offrire un buon equilibrio con la canna e una capacità di filo adeguata. Rapporto di recupero medio o lento per permettere animazioni efficaci dell'esca e recuperi lenti, i migliori insidiare questo sfirenide. Materiali resistenti alla corrosione preferibilmente con componenti in alluminio o acciaio inox o leghe di nuova generazione.
La scelta del filo è cruciale per affrontare la dentatura affilata del barracuda: trecciato con una resistenza tra 20 e 30 libbre (9-13 kg) offre sensibilità e forza. Finale in fluorocarbon con diametro tra 0,40 e 0,50 mm per resistere all'abrasione causata dai denti del barracuda e permetterci una maggiore invisibilità del nostro sistema pescante.
Le esche devono imitare le prede naturali del barracuda: long jerk e minnow, esche affusolate che riproducono grandi e piccoli pesci (aguglie, sarde, cefali), efficaci sia in superficie che a mezz'acqua.
Needle skipping lures progettate per muoversi rapidamente sulla superficie simulando pesci in fuga. Colori naturali come il blu, il verde e l'argento sono spesso efficaci, ma in condizioni di scarsa luminosità colori più vivaci (giallo, rosa, rosso) su base bianca, possono attirare l'attenzione del predatore.
Parliamo anche delle condizioni marine ideali. Il successo nella pesca al barracuda è influenzato dalle condizioni marine. Il mare calmo, piatto è tra quelle che, in base alle mie personali esperienze, ha portato catture, soprattutto nei pressi degli ambiti portuali e in scogliera. La trasparenza dell'acqua permette al barracuda di individuare meglio l'esca aumentando le probabilità di attacco.
Il barracuda è un predatore crepuscolare con picchi di attività in specifici momenti della giornata: alba e tramonto sono i momenti in cui il barracuda è più attivo e incline a cacciare vicino alla costa. Anche la notte è ottima, soprattutto durante quelle illuminate dalla luna, quando può avvicinarsi alle zone costiere in cerca di prede.
La scelta dello spot è fondamentale per aumentare le possibilità di cattura. In scogliera, le zone rocciose offrono rifugio e punti di agguato per il barracuda.
Nei pressi di porti e moli dove le strutture artificiali, attirano piccoli pesci creando aree di caccia ideali per i predatori.
Parliamo delle tecniche di recupero. Il modo in cui l'esca viene recuperata può fare la differenza: recupero lineare veloce, simulando un pesce in fuga e stimolando l'istinto predatorio del barracuda.
Stop & go: alterna fasi di recupero a pause improvvise imitando una preda ferita e vulnerabile.
Twitching: con piccoli colpi di polso durante il recupero per dare all'esca un movimento erratico e attirare l'attenzione del pesce.
Diciamo che essendo un predatore tipicamente lento e sospettoso, per le mie esperienze, in tante situazioni di pesca, il recupero lento e lineare è tra quelli migliori, soprattutto usando esche generose che emettono tante vibrazioni.
In aree ad alta pressione di pesca è diventato sempre più difficile riuscire a fare catture di buona mole, si vedono spesso i pesci inseguire per tanto tempo le esche artificiali, senza mai decidersi a sferrare l’attacco decisivo. Una cosa davvero svilente che può farci dubitare dell’efficacia di questa tecnica, per questo il mio consiglio è di dedicarci alla ricerca di nuovi spot, poco sfruttati e poco battuti, solo in questo modo potremo avere le più belle soddisfazioni. I pesci assimilano le informazioni, hanno imparato a riconoscere le vibrazioni e le movenze delle classiche esche artificiali e diventano sempre più diffidenti.
La pesca a spinning del barracuda nel Mediterraneo è un'attività emozionante che richiede tecnica, esperienza e la giusta attrezzatura. Grazie alla sua crescente diffusione, questo predatore rappresenta una delle sfide più interessanti per gli appassionati di pesca sportiva. Conoscere le condizioni ambientali, i migliori spot e le tecniche più efficaci può fare la differenza tra un'uscita infruttuosa e una battuta di pesca memorabile.
Nuove esche, nuovi spot, sono le armi che il pescatore moderno deve sfruttare per essere al passo con i tempi e vincere le nuove sfide per diventare predatore di predatori!