Tenkara: alle origini della pesca con mosche artificiali
La Tenkara vede le sue origini probabilmente nei primissimi secoli dopo Cristo, sulle montagne nel centro del Giappone dove gruppi di pescatori-cacciatori e popoli nomadi si spostavano per procacciarsi il cibo.
La Tenkara vede le sue origini probabilmente nei primissimi secoli dopo Cristo, sulle montagne nel centro del Giappone dove gruppi di pescatori-cacciatori e popoli nomadi si spostavano per procacciarsi il cibo.
La parola tenkara non ha un vero e proprio ideogramma e quindi è di difficile interpretazione ma la sua origine più vera viene forse dal modo in cui certe popolazioni chiamavano gli insetti volanti e diconseguenza la pesca che quegli insetti usava o naturali oricreandoli con piume, peli e parti di piante. “Ten” significa infatti “dal cielo” e “Kara” può essere interpretato in molti modiuno di questi è “da”, gli insetti volanti quindi venivano “dal cielo” ecco “Tenkara”.
All’origine le canne per la Tenkara erano costruite in bambù a cui veniva attaccata una treccina fatta con il crine di un cavallo e un terminale ricavato dal baco da seta. Le mosche, che ricordavano vagamente gli insetti volanti,erano fatte con piume di fagiano o gallina, peluria di felce, pelo animale. Venivano montate su spilli piegati in modo da formare un amo. Queste mosche finte nella Tenkara vengono chiamate Kebari e non imitano l’insetto perfettamente come nella pesca a mosca, ma sono costruite più per ricordarne i movimenti attraverso la manipolazione.
Interessante sapere che in Italia possiamo trovare tecniche simili come in Abruzzo lo Scuriazzo, la Ossolana in val d’Ossola, e la Valsesiana in Val Sesia. Ognunana qualcosa di diverso dall’altra questo perché nata in posti diversi per ambienti diversi.
Spero che questo breve scritto vi abbia fatto venire quel po’ di curiosità necessaria per voler scoprire la Tenkara, la più semplice tecnica di pesca con lesche artificiali.