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Tra alba e adrenalina: Un'uscita di carpfishing tra emozioni e sorprese

Oggi sono in ottima compagnia, Lorenzo mi ha accompagnato in questa uscita di Carpfishing; non sono nuovo a questa tecnica, ma di certo sono ancora parecchio arrugginito e soprattutto un pochino intontito dalle novità che sono comparse da 20 anni.

Tra alba e adrenalina: Un'uscita di carpfishing tra emozioni e sorprese

L’alba, mentre viaggi verso il tuo spot, è una di quelle cose che ti rende felice a prescindere dal brutto suono della sveglia, dalla colazione mandata giù “a forza” mentre già ti interroghi su quali montature finirai con l’utilizzare.
La pescata, infatti, come sappiamo noi innamorati della pesca, inizia già giorni prima:
Durante l’attesa del corriere che deve consegnarti le esche;
quando nonostante tu abbia abbastanza attrezzatura per una guarnigione fai comunque un salto dal negozio di fiducia per prendere quelle cose che: “non si sa mai...”;
Mentre sei al pub con gli amici il venerdì sera, e anche se ridi e scherzi con loro, con la testa sei già lì sullo spot.
Il viaggio lo fai guardando solo avanti, e arrivato ti rendi conto che quell’ora di auto è stata risucchiata da un wormhole, un buco spaziotemporale del quale né tu né il tuo compare avrete memoria,
sei troppo preso, troppo intento a vivere quelle sensazioni, quegli odori, quel fremito del mettere in acqua l’esca, e quell’adrenalina immaginando l’abboccata.
Oggi in effetti potrei prenderla con calma, sono in ottima compagnia, Lorenzo, un amico di vecchia data, mi ha accompagnato in questa uscita di Carpfishing; non sono nuovo a questa tecnica, ma di certo sono ancora parecchio arrugginito e soprattutto un pochino intontito dalle novità che sono comparse da 20 anni a questa parte.

post bass autunnali 3

Catechizzato da decine di tutorial delle aziende più disparate, e dai consigli di molti miei colleghi e ci tengo a specificarlo, anche delle fortissime colleghe. Le mie montature sono pronte e non trascorre molto prima che il filo sia passato in tutti gli anelli di entrambe le canne, poi viene il leadcore sul quale ho già montato il piombo, ed il terminale preparato giorni addietro, non più il classico hair-rig…oggi pesco per la prima volta con una microvite che tiene la boilies usata come esca in posizione perfetta sull’amo. 
Faccio la prima “bombetta” caricando altre boilies da pasturazione e qualche micropellet, ma non troppi potrebbero attirare troppo pesce di disturbo!
Mannaggia non riesco a chiuderla bene… sono proprio un principiante…
La seconda viene meglio, allineamento astrale?
Canne pronte, pod montato, sensori accesi, si comincia!
Ma dove lancio?
Conosco molto bene il lago e la conformazione del fondale, merito dei tanti giorni passati a spinning; proprio lì, di fronte a me sulla sinistra a circa 30 metri di distanza c’è un flat parecchio grande, 3,5 metri di profondità che avvicinandosi alla riva scende fino quasi a 5 metri prima di risalire, lì lancerò la mia prima esca, ma si… Banana, magari qualche Amur è ancora bendisposto.
A destra invece una bella buca si estende per parecchi metri, profondità 5 metri più o meno, qualche ostacolo ma nulla di ché…quello è lo spot giusto per la seconda canna innescata alle spezie.
Non lancio molto distante in entrambe le direzioni, 35 metri a sinistra 20 metri scarsi a destra, approfitto per pasturare boilies con la fionda, più semplice e veloce, oltretutto sono bravissimo con la fionda.
Piazzo le canne sul pod una dopo l’altra facendo attenzione alla posizione dei segnalatori tendifilo, ed anche quella dell’archetto che, nella mia testa, per essere in posizione corretta deve avere il passafilo nella parte più alta, allineandosi perfettamente con il segnalatore acustico ed il primo anello.
Passa circa uno ora quando…un’abboccata fortissima scuote l’intera struttura del pod, il filo schizza fuori dalla bobina impazzita, il ronzio della frizione è completamente nascosto dal trillo costante del segnalatore.
La canna è quella di sinistra, e appena presa in mano  capisco subito chi è venuto a farmi visita, è un grosso Amur.

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Il pesce però di sicuro non è nuovo a questa esperienza, dopo i primi metri smette di correre come un treno e tende a fare una specie di resistenza passiva, si mette di traverso e sfiora la superficie, facendo intravedere la dorsale e parte della coda.
Tu lo vedi e per quanto è grande e grosso, se non ti è mai capitato prima, ci potresti restare anche deluso, ma se lo conosci… sai che a breve ci sarà da faticare,
appena ti vedrà o vedrà il tuo guadino reagirà e non sarà affatto “dolce”.
Arriva sotto il molo nemmeno mettiamo in acqua il guadino e lui schizza via!
Una fuga incontrollabile se non grazie alla potente attrezzatura con la frizione tarata a puntino,
si riprende almeno 30 metri e questa volta la resistenza non è affatto “passiva”.
Lo riporto vicino alla sponda e lui senza nemmeno pensarci si riprende altri 20 metri…
A farla breve questo balletto si ripete per 8 volte, finché anche lui probabilmente capisce che è meglio farla finita, o così vuol farti credere, prontamente guadinato, il “poco di buono” tira l’ultima fuga da dentro il guadino, ma Lorenzo è troppo esperto e lo salpa prima che possa sfilarglielo di mano.
Un pesce imponente, tendente ad un giallo dorato, più scuro del solito, lo tengo in mano per la foto sopra la culla ben bagnata, eppure la sensazione è quella che sia pronto per scattare, i suoi muscoli sono tesi, è una molla carica e pronta a saltare.

post bass autunnali 2

Non si scherza con certi pesci, soprattutto quando potrebbero farsi male cadendo e sbattendo, quindi velocemente lo calo in acqua con la sacca, pochi secondi e lui riparte come se ne avesse per combattere ancora ore.
Il tempo passa, la canna di sinistra è stata rilanciata, di nuovo banana.
Incredibile di nuovo lei, un’altra bella partenza, aspetta!
Il filo sta andando via di traverso, si sta tendendo verso sinistra!
La ferrata è da manuale, solida e ampia, blocco la bobina con la mano sinistra, e...quasi mi tira giù!
Non sono abituato a questa sensazione, sono 187 cm per oltre 100 kg, non sei un tonno e nemmeno un grosso Siluro, quindi…sei una grossa carpa!
Tira in maniera completamente diversa dall’amur, mi sento consapevole che questo scontro sarà molto più calibrato e costante.
Ricordiamoci che lei “gioca in casa” conosce benissimo che lungo la sponda alla mia sinistra c’è un grosso tronco!
Urge una controffensiva, lei è ancora abbastanza distante, quindi faccio qualcosa che la carpa non si aspetta, inizio a tirare come se volessi infilarcela io nell’ostacolo…
L’ultima cosa che vuole la carpa è venire nella direzione in cui la voglio portare, di fatto immediatamente si gira e riprende verso il centro del lago. Questa volta è andata bene…
Il combattimento da quel momento è un continuo di forti testate e potenti brevi fughe verso il fondo, intervallate da momenti di quiete giusto per far prendere fiato a entrambi.
Portata sotto riva non smette di combattere, sembra incredibile quanto non abbia intenzione di tirare fuori la testa, ma la costanza e l’attrezzatura non lasciano possibilità, e dopo qualche altra forte testata, anche la regina si abbandona tra le maglie del guadino.
Un pesce meraviglioso, che ti giustifica anche tutte le volte che si è fatto solo vedere nei sogni prima che suonasse la fastidiosa sveglia, lasciando troppo asciutto il guadino.

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