Questo viaggio è stato per me la salvezza in un periodo in cui si aveva paura anche di respirare. Eh si, perchè io e la mia compagna di vita e di pesca Veronica siamo partiti durante il periodo delle zone rosse, gialle, insomma in piena pandemia.

Al momento in cui scrivo questo articolo Andorra non ha ancora un aeroporto internazionale, quindi abbiamo deciso di partire in auto e farci tutto il percorso in un’unica soluzione. 12 ore filate di guida per raggiungere Andorra la Vella, la capitale. Una volta lì ci siamo sistemati in un piccolo hotel fuori città ed abbiamo cominciato a farci un idea di come avremmo strutturato le nostre pescate. Si perché, nonostante fossimo a conoscenza della presenza di trote, non avevamo idea di quali fossero gli spot e quali fossero i permessi necessari. Quindi il primo giorno l'abbiamo dedicato alla ricerca di posti buoni per la pratica della pesca e per capire come ottenere le licenze.

Ma come funzionano le licenze di pesca in Andorra?

Bene, intanto vediamo quelle che interessano a noi turisti. La licenza giornaliera ha un costo di 10€ mentre la licenza per tre giorni costa 20€. A questa cifra va aggiunta, di volta in volta, una quota indicativa dello spot dove ci recheremo. Ma non spaventatevi, si tratta di due o tre euro per tutta la giornata.

Per quello che riguarda gli spot, mi sono messo con Google Maps a spulciare ogni “Etany” (stagno) ed ogni rivolo d’acqua che ritenevo pescabile. Ho incrociato i dati su Google e sono riuscito a trovare il file pdf delle riserve presenti in Andorra, della loro tipologia (no-kill, solo mosca, libere, ecc ecc). Adesso avevo sia l’applicazione per pagare la licenza, sia gli spot. Con me avevo tutto l’occorrente per pescare trote in lago ed in torrente. Sono ormai un feticista dichiarato delle attrezzature “travel” che mi accompagnano nei miei viaggi per il mondo. Quindi nella mia valigia avevo portato con me: una travel rod 1-7gr; una travel 7-24 (in caso avessi avuto bisogno di più spinta nei laghi); 2 mulinelli taglia 2500 con bobine rispettivamente del 14-16-18-20 per affrontare ogni situazione e taglia di pesce; un guadino gommato corto e compatto; uno zaino tattico con all’interno una selezione di rotanti, minnows, gomme ed ondulanti. Va da sé che uno zaino era dedicato alle attrezzature audio-video. Completano il mio arsenale dei caldi waders in neoprene.

Per quanto riguarda gli spot lacustri consiglio di frequentare come prima scelta il Lago Engolasters. La pesca al suo interno è semplice essendo una “riserva intensiva”. Veramente ricco di iridee può, in taluni casi, regalarci anche qualche fario. Frutto di una diga, l’ambientazione è magnifica e lo si raggiunge con un 15 minuti di passeggiata in salita dal parcheggio. Quando ci si sentirà pronti sarà il momento di recarsi nell’Etany Primer. Vi dico così perchè per arrivare su serve circa un’ora di trekking spinto. Quando si raggiunge il lago però si è ripagati della fatica. Uno specchio d’acqua incastonato fra le montagne e ricco di fario combattive. Se posso darvi un consiglio, affrontate questi esemplari con piccoli jerk. Li preferiscono di gran lunga ai rotanti in questo specchio d’acqua. Sbizzarritevi poi ad esplorare con il supporto di Google Maps. Ogni stagno sarà una nuova avventura, ed una lunga sessione di trekking.

Per quello che concerne i torrenti ve ne sono principalmente tre che vi consiglio. Uno è veramente molto tecnico con trote super sospettose, ma lo si percorre molto facilmente scorrendo esso quasi in piano. Si tratta del “Riu d’Incles”, un torrente che scorre dolcemente fra i campi verdi dell’omonima valle. Qui troviamo fario native veramente difficili che andranno pescate con lenze a volte anche del 12. In secondo luogo vi consiglio la Valira nel suo tratto cittadino. Ha una discreta portata d’acqua, ma se saputa affrontare è veramente divertente. Infine vi svelo una riserva veramente poco battuta e dove ogni lancio viene intercettato da una fario. Perché è così pescosa? Semplice, perchè il tratto è complesso da percorrere. Si è sempre in acqua, la corrente spesso è impetuosa e ci si arrampica ad ogni piè sospinto. Ma sono certo che anche voi ve ne innamorerete. Il torrente si chiama “Riu d’Os” e dovete assolutamente passarci almeno una volta. Anche nel caso dei torrenti non vergognatevi ad esplorare la mappa. Scoverete sempre nuovi spot interessanti.

La tecnica di pesca a questo punto risulta quasi superflua da descrivere. Si tratta o di pesca alla trota in torrente o di pesca alla trota in lago. Spinning puro fatto di lanci in ogni anfratto, buca, correntina se siamo in torrente. Ricerca in distanza testando le varie fasce d’acqua con rotanti ed ondulanti quando siamo in lago.

Che dire di questo viaggio, Andorra ha superato ogni mia aspettativa. Doveva essere un viaggio di Serie B e si è rivelato un viaggio al Top. Accoglienza eccezionale, cambio equo che non ci ha penalizzati ed ottimi servizi hanno fatto da cornice ad un vero e proprio paradiso per la pesca della trota sia in libera che in riserva. I panorami che ho affrontato in quei giorni restano vividi nella mia mente e consiglio ad ogni amante della pesca della trota di andarci almeno una volta nella vita.

 Detto questo ti ringrazio per aver letto questo mio articolo, ci leggiamo al prossimo viaggio! Catch&Release