Pescare le seppie dalla barca è una delle attività alieutiche più divertenti in assoluto.
Una attività che è possibile svolgere senza la necessità di grandi mezzi nautici perché le zone di pesca sono quelle immediatamente prospicenti la costa.

Oltretutto non sono necessarie sofisticate attrezzature, cosa che ne fanno una pesca per tutti.
Sono le batimetriche fino ad un massimo di una ventina di metri quelle dove è possibile insidiare questo vorace predatore.
Il nostro articolo tratterà delle basi di questa tecnica e sarà rivolto a chi vorrà cimentarsi per la prima volta in questa avventura e confrontarsi con uno dei cefalopodi più ricercati a tavola.

Prima di tutto
Per introdurre la tecnica di pesca e capirne il senso, dovremo fare qualche breve premessa sull’attività predatoria della seppia.
La seppia è un attivissimo predatore che si nutre di tutto ciò che vive a stretto contatto con il fondo. Quindi le sue prede saranno principalmente, granchi, gamberi, piccoli molluschi e piccoli pesci.
Sicuramente la preda cacciata con più frequenza sono i gamberi tant’è che l’artificiale con cui insidieremo la “sepia officinalis” è proprio una sorta di gambero.
Saranno queste le nostre insidie con le quali riusciremo a insidiare questi piccoli carri armati del mare.

Essere ben equipaggiati è importante, per avere modo di sperimentare le esche più catturanti
Canna e mulinello
Esistono canne specifiche, anche di costi molto abbordabili ma, per iniziare e capire come funziona possono andare bene, anche delle canne da spinning.
L’importante è che non siano troppo morbide ma neanche troppo potenti. Un mulo grandezza 3000-5000 andrà benissimo caricato con del multi da 8/12 lb e quindi di sezione molto contenuta.
Quest’ultima cosa è importante per avere la minore resistenza possibile in acqua, limitando al massimo il peso del piombo.
Comunque c’è da dire che potremo fare a meno anche di canna e mulinello, pescando a mano. In questo caso useremo una cinquantina di metri di nylon da 0, 45, avvolto su un rocchetto, a cui applicheremo un terminale più sottile per non penalizzare il nuoto del gamberone.

Le seppie sebbene siano predatori molto aggressivi, sono molto attente all’esca che viene proposta loro
Le montature
Le soluzioni adottate durante l’evoluzione di questa tecnica sono state molte, a partire da quella dell’artificiale diretto senza piombatura aggiuntiva ideale in bassissimo fondale.
Per dovere di cronaca cercheremo di illustrare tutti gli step soffermandoci sulle soluzioni di ultimissima generazione.
La prima montatura che vogliamo illustrare affonda le radici nel tempo e come è possibile vedere in figura è un classico, ancora in uso tra i pescatori più tradizionalisti.

La seconda invece è una soluzione meno comune che prevede l’uso di piccoli piombi a goccia o a sfera, da applicare sulla girella del moschettone a cui connettiamo l’artificiale o sull’artificiale stesso.
In questo caso si varia l’assetto naturale del gamberone e lo si fa lavorare in modo diverso, più saltellante, con la coda più alta, cosa che a volte può fare la differenza e allo stesso tempo si riduce il rischio che gli aghi si sporchino a contatto col fondo.

La terza è una montatura “drop shot” che tende a far lavorare l’artificiale alto e non più solo radente il fondo, soluzione che sta dando ottimi risultati.

I disegni sono indicativi dello schema costruttivo ma poi è possibile variare i dettagli, le misure con soluzioni autonome che la fantasia suggerisce, come i braccetti anti tangle o dei piombi non scorrevoli applicati fissi sul terminale ed altro.

La seppia è molto divertente da pescare
Gli artificiali
Sicuramente non si sbaglia se si acquistano esche di marchi importanti.
Il costo, purtroppo superiore ai prodotti low profile, è giustificato da una efficacia e qualità dei materiali che si evidenzia con l’uso.
Uno per tutti l’assetto in pesca e la qualità degli aghi della corona.
Quelli di bassa qualità perdono il filo rapidamente con il rischio concreto di perdere le prede.
Quindi acquisteremo sia gamberoni con livree di fantasia che imitativi.
Non esistono colori che vanno ed altri che non vanno.
Esistono livree più gradite in alcune situazioni e meno in altre.
Ma basta poco perché la situazione cambi e così il gradimento degli artificiali.

Nell’assortimento delle esche è bene variare non solo le colorazioni ma anche le dimensioni
La tecnica
In periodo di seppie trovare le poste sarà semplice e l’indicazione ce la daranno le altre barche in pesca.
Comunque complice della nostra sessione di pesca sarà lo scarroccio generato dal vento.
Dovremo capire il percorso che ci farà fare la brezza e decideremo così da dove iniziare.
Lanciate in acqua le esche le faremo andare sul fondo allungando di un bel po' la lenza, in modo da farle lavorare radenti il fondo.

Noi saremo i burattinai e animeremo l’artificiale con piccoli saltelli, fughe e periodi di stasi sul fondo.
Il primo attacco ci toglierà ogni dubbio su come riconoscere lo strike.
Seguirà un recupero morbido ma costante fino al guadino.
Ed il gioco è fatto!
 
 
    
     
    
     
    
     
    
     
    
     
    
     
    
     
    
     
    
     
    
     
    
     
    
     
    
     
    
     
    
    