Ho sempre avuto un’attrazione inspiegabile per il mare sarà per la sua vastità sarà per il velo di mistero che lo avvolge...
Mi sono confrontato molte volte con lui, a volte vincendo, a volte perdendo miseramente, ma ogni sconfitta mi ha sempre stimolato a impormi obbiettivi più grandi, a spingermi sempre oltre quella sottile linea tra sogno e realtà, a scovare prede sempre più grandi ed emozionanti.
Fin da bambino con riviste e articoli sulla pesca in mare ho imparato nomi, caratteristiche e comportamento di tutti i pesci presenti nel “mio” Adriatico e ogni volta che sfogliavo quelle pagine, la mia attenzione cadeva sempre lì, sempre su di lui…L’ALLETTERATO, il pesce, secondo me, più divertente e affascinante dell’Adriatico. Recentemente con l’aiuto dei social ho conosciuto un signore davvero simpatico con la mia stessa passione per il mare e per la pesca propenso a farmi coronare il mio sogno di catturare un alletterato a spinning dalla barca…NICOLA.
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LA PARTENZA
L’appuntamento con Nicola era per le 5 in un vecchio porticciolo…quella notte non dormii per l’euforia al pensiero di poter avere il mio primo combattimento con l’alletterato.
Nicola e la sua barca erano lì ad aspettarmi, con in sottofondo solo il cigolio delle corde che sfregano sulla banchina.
Cominciamo a caricare tutto il necessario per questa avventura in barca, un colpo di chiave e il silenzio viene interrotto dal Suzuki 150 cavalli che anche lui sembri non veda l ora di uscire dal porto.
L’obbiettivo primario è uno: intercettare anche un singolo gabbiano in volo che ci possa svelare una mangianza dove speriamo di trovare gli alletterati imbrancati…
Ancora il sole deve sorgere e già cominciamo ad avviarci verso il largo con gli occhi spalancati alla ricerca di qualsiasi segnale che ci possa far trovare attività del pesce.
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IL CUORE A MILLE
Era un gioco di squadra…Nicola il capitano guidava e io e il socio, uno a destra uno a sinistra della cabina appesi come lucertole a scrutare l’orizzonte ….
Percorriamo pochissime miglia, all’incirca 4, quando con la coda dell’occhio scorgo dal mare piatto delle increspature in lontananza….non ci sono dubbi…sono loro.
Con tutta la voce che avevo in gola urlo al comandante di virare tutto a sinistra che c’è una mangianza….
La barca parte all’impazzata verso quello che da lontano sembrava qualche pesce sporadico ma man mano che ci avvinavamo si rivelava un proprio è vero banchetto per gli alletterati…
Non ci potevo credere...davanti a me un banco enorme di alletterati che stavano banchettando con le alacce….
Ero come pietrificato dall‘emozione, l’unico movimento era dovuto dalla troppa adrenalina in corpo che mi faceva tremare le gambe davanti a uno spettacolo del genere…
Ritorno in me e con uno scatto fulmineo estraggo la mia compagna di mille avventure, la mia fedelissima airrus bora che questa volta volevo spingere al limite mettendola alla prova con gli alletterati….
Con la canna tra i denti da poppa arranco a prua per avere una migliore visuale e una migliore gestione del pesce in combattimento in caso di strike…. La barca plana lentamente verso il putiferio scatenato dai pesci in mangianza…ci siamo quasi…l unico rumore che sento è il mio cuore che batte all’impazzata…ci siamo quasi…ci siamo quasi…ci siamo quasi…
ESPLOSIONE DI POTENZA
Apro L archetto del mio twin power e sparo la mia esca più lontano che posso…
Cade precisamente in mezzo alla mangianza…ci sono…sono nella strike zone…
Chiudo, comincio a jerkare con una freddezza mia avuta,attento a non distrarmi per cogliere all istante quella mangiata che aspettavo da tanto, troppo tempo.
Una due tre jerkate… quattro…cinque jerkate
Finalmente dopo attimi che sembravano non passare mai la canna si inchioda, rispondo con tre ferrate consecutive che non scorderò mai…
Ora comincia il divertimento….
Il pesce risponde immediatamente alle mie ferrate con una ignoranza e una potenza che in tanti anni di pesca non avevo mai riscontrato in nessun pesce né di acqua dolce né di acqua salata….
Il twin power nonostante la frizione serrata comincia a cantare a squarcia gola per la prima fuga di questo pesce che sembra non finire mai…
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IL COMBATTIMENTO INFINITO
Dopo 20/30 secondi di corsa all’impazzata riesco a fermarlo, capisco che è grosso tanto grosso...ogni ripartenza che fa prende 15/20 metri sembra instancabile.
Non voglio forzarlo, sto pescando davvero leggero un 5000come mulinello e un PE 1 come treccia…non posso permettermi di forzarlo.
Tanto filo guadagno io, altrettanto ne prende lui.
Dopo vari tira e molla sembra stancarsi finalmente e si mette in “picca” ovvero in perpendicolare alla barca e comincia a girare su se sesso… è questo il momento in cui e cercare di guadagnare più filo possibile…
Non cede...sembra furbo il ragazzetto…ad ogni partenza sembra fare apposta a portare il filo dritto sull’elica…una…due...tre volte…io sono stanco. Lui è stanco, e attingendo alle ultime riserve di energia rimaste comincio a pomparlo per portarlo in superficie…
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Il pesce esausto affiora in superficie stremato…lo vedo lì davanti a me che cerca con le sue ultime forze di guadagnare la libertà ma è fatta…
Il socio con una rapidità assurda e tanta freddezza si sporge dalla poppa della barca e lo afferra dalla coda…è fatta…è fatta….
Lo prendo in braccio, è grosso, tanto grosso, un esemplare degno di nota che mi ha stremato e messo a durissima prova la mia attrezzatura…
Le gambe tremano, ancora non ci posso credere, sto tenendo in braccio il mio sogno a spinning…
L’emozione di questa cattura si legge negli occhi di tutti noi tre…. Per me questa è l’essenza della pesca, condividere una cattura che aspetti da tempo con gli amici emozionati al tal punto che sembra che ognuno di noi abbia combattuto quel pesce….
Questo articolo è dedicato a nicola, il nostro capitano scomparso ad agosto in un viaggio in Egitto facendo ciò che lo rendeva felice…pescare.