Ciao regaz! Oggi vorrei condividere con voi un articolo su uno degli argomenti che abbiamo trattato maggiormente durante la scorsa edizione di Pescare Show: lo spinning alla Spigola.
Questa tecnica è stata oggetto della maggior parte delle nostre chiacchierate tra appassionati, nonché argomento di diverse interviste.
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In questo articolo, vorrei soffermarmi su uno specifico approccio dello spinning alla spigola, ovvero, quello dalla scogliera.
Questa tecnica è senza ombra di dubbio una delle sfaccettature dello spinning che richiede più ricerca, ma anche una incredibile passione ed una spiccata dedizione nello spendere molte ore in pesca, provando spot e studiando le maree e le fasi lunari.
Per giustificare i primi cappotti, basterebbe quel profumo di salsedine e quegli scenari così unici che la natura ci dona, ma siccome noi siamo degli spinnofili incalliti, vogliamo vivere l’esperienza al massimo, catturando la Regina dei nostri mari.
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La Spigola è uno dei pesci predatori che mi attira maggiormente.
La sua lunaticità e la sua incredibile eleganza sono da sempre una vera e propria calamita, che mi attira costantemente verso di lei. Non ho mai tentennato nel comprendere come mai alcuni pescatori siano completamente devoti alla ricerca di questa specie marina.
Ahimè, è una tecnica che soprattutto quando ero più piccolo, ho praticato saltuariamente visti i molti cappotti ricevuti e la complicatezza teorica di questa tecnica, vertendo quindi su altre specie, come il black bass.
La prima spigola però, non si dimentica mai ed io me la ricordo alla perfezione.
Era il 27 dicembre 2011, avevo 14 anni, e stavo pescando con mio cugino Lorenzo in una delle scogliere vicino casa. Dopo molti cappotti, non mi volevo arrendere ed ho continuato a provare in quello stesso spot ogni qualvolta ci fosse una mareggiata in arrivo, non conscio di quanto la luna e le maree potessero influenzare il comportamento dei pesci.
Stavo pescando nella schiuma con un jerkbait bianco da 11 centimetri, quando mi arriva una gran botta in canna, seguita da un combattimento epico. Non credevo a ciò che vedevo. Finalmente avevo catturato la mia prima spigola a spinning, una super spigola da 2 chili!
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Che questa breve storia possa esortarvi a continuare anche se state vivendo un cappotto dietro l’altro o, se state valutando la possibilità di andare a pescare la spigola dalla scogliera, fatelo!
Detto ciò, passiamo alla parte più corposa di questo articolo. Con questo scritto voglio condividere con voi ciò che sto comprendendo e che mi sta regalando la maggior parte delle catture.
Durante quest’ultimo anno ho deciso di dedicarmi maggiormente alla caccia della Regina dalla scogliera e, confrontandomi con grandi pescatori di spigole (come il caro Giacomo Capresi) ho iniziato a vederci più chiaro e contestualizzare maggiormente le catture che ho effettuato.
Ho notato che la maggior parte degli spot che frequento, regalano il massimo delle emozioni in specifiche condizioni, ovvero: marea in discesa dal picco di alta, mareggiata in arrivo da Sud e luna crescente o piena. Informazioni molto importanti da annotarsi per ottimizzare le pescate (per quanto possibile). Questo significa che ogni spot può essere adeguato e performare meglio in determinate condizioni, rispetto ad altre.
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Parlando di attrezzatura, io utilizzo una canna da spinning da due metri e quaranta con una capacità di lancio di trenta grammi. Ad essa abbino un mulinello di taglia 2500 o 3000, imbobinato con un buon trecciato otto capi da quindici libbre. Per chiudere in bellezza, collego tramite un nodo di giunzione un finale in fluorocarbon che va dallo 0.28 allo 0.40, in base alle insidie proprie dello spot in cui sto pescando.
Con me porto sempre diverse esche, sia hardbaits che softbaits. Le mie preferite sono (partendo dalle hardbaits): jerkbait, soft jerk, shad ed imitazioni di gamberi.
Aggiungerei anche dei topwater, come i WTD, che in condizioni di acqua molto bassa e di onde non molto potenti, potrebbero regalare gioie davvero uniche.
Le dimensioni di jerkbait che adoro utilizzare di più, vanno dagli 8 ai 13 centimetri. Sono le taglie in cui confido di più, visti i risultati ottenuti.
Soft jerk, shad e craws li utilizzo nelle dimensioni: 3, 4, 5 pollici; sia su testine piombate che su ami texas per avere un innesco anti-incaglio.
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Se avete la possibilità di vivere il mare anche nei mesi autunnali ed invernali, non perdetevi l’opportunità di inseguire questa specie dalle meravigliose scogliere che caratterizzano le nostre coste.
Ci vediamo in fiera!