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13-15 Febbraio 2026 Quartiere Fieristico di Rimini
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Pesca al Calamaro: i segreti del Tataki e oltre per un successo assicurato

Pesca al Calamaro: i segreti del Tataki e oltre per un successo assicurato

La pesca al calamaro è una disciplina affascinante che richiede conoscenza, tecnica e la giusta attrezzatura. Non si tratta solo di lanciare una lenza in acqua, ma di comprendere le abitudini di questo cefalopode e adattare la propria strategia. In questo articolo sulla Pesca del calamaro. Vi propongo una panoramica completa e approfondita, svelando trucchi e innovazioni che possono rivoluzionare il vostro approccio a questa pratica. Dal posizionamento in mare alla scelta della canna, dalla lettura dell'ecoscandaglio alle rivoluzionarie montature, ogni aspetto viene analizzato con perizia.

 

 

Il Calamaro: Un Predatore delle Nostre Coste

Il calamaro comune, o Loligo Vulgaris, è un abitante diffuso delle nostre acque costiere, prediligendo ambienti non eccessivamente caldi. La sua sensibilità alla temperatura è notevole, tanto che in vasca difficilmente sopravvive sopra i 27°C. Questa caratteristica ne influenza la distribuzione e i periodi di maggiore attività.

La ricerca del calamaro non è casuale. Una delle tecniche fondamentali consiste nel posizionarsi "contro scarroccio", ovvero con il vento in faccia nella maggior parte dei casi. Una volta individuata una marcatura sull'ecoscandaglio, è cruciale segnare il punto con il cursore e poi riposizionarsi esponendo allo scarroccio la murata dalla quale si intende pescare. Questa procedura è l'ideale per la pesca a scarroccio, una tecnica diversa e più semplice rispetto al metodo "alla bersagliera".

Oltre alle zone tradizionali, un "segreto" rivelato nel video è la ricerca dei calamari sulle cadute più profonde delle secche, aree spesso frequentate per altre tipologie di pesca come la traina con il vivo. Queste zone possono riservare piacevoli sorprese, in quanto i calamari vi si radunano per cacciare o riposare.

 

 

L'Ecoscandaglio: L'Occhio Sotto la Superficie

 

 

 

Interpretare l'ecoscandaglio è un'arte che si affina con l'esperienza. I calamari isolati sul fondo appariranno come "trattini" o "marcature leggere e abbastanza flebili", solitamente orizzontali, se si procede a velocità molto ridotte. A velocità maggiori, si presenteranno come "puntini". La vera sfida emerge quando si pescano in aree ricche di pesce foraggio: distinguere i calamari in mezzo a banchi densi richiede occhio e pratica. Il consiglio è sempre quello di fare una calata in caso di dubbio; con il tempo e l'analisi attenta degli screenshot dell'ecoscandaglio, si diventerà sempre più precisi nel riconoscerli.

 

 

Un'altra curiosità fondamentale riguarda l'habitat del calamaro: non tollera l'acqua torbida. In presenza di sospensione in acqua, è consigliabile cambiare zona o pescare in una fascia d'acqua diversa, poiché la torbidità riduce l'ossigeno e disturba la respirazione del calamaro, spingendolo ad evitare tali aree.

 

 

Attrezzatura: Canna, Mulinello e Filo

La scelta dell'attrezzatura è cruciale. Vi auggerisco di pescare il calamaro con una canna dotata di mulinello a bobina rotante. La ragione è semplice: il mulinello rotante permette una discesa della lenza molto più rapida, un vantaggio non indifferente in pesca. Consiglio l'uso di una treccia molto sottile, PE 0.8 massimo PE 1, per contrastare efficacemente lo scarroccio e perché per i calamari non è necessaria una resistenza eccessiva.

La montatura del filo prevede l'inserimento di un "chicco di riso" o "stopper" sulla treccia, seguito da una pallina morbida fluorescente. Successivamente, con un nodo Uni (almeno 13 spire), si lega un girellone di grandi dimensioni. Questo girellone è essenziale per bilanciare la montatura, mantenere i tataki dritti e in asse in presenza di corrente, e scaricare in modo ottimale le torsioni.

 

 

La Canna "Kokeshi": Un'Estensione del Braccio

Personalmente ho sviluppato una canna da calamari molto particolare si chiama "Kokeshi", una nuova creazione progettata per questa incredibile pesca. Questa canna si distingue per la sua azione eccezionale, specialmente per stimolare calamari "apatici" che mangiano con poca decisione. La sua caratteristica principale è la capacità di ammortizzare le reazioni del calamaro, evitando che si stacchi a causa di strappi. Con la "Kokeshi", la paura di perdere il calamaro per mancanza di elasticità è quasi assente, permettendo recuperi più veloci e sicuri.

Il cimino della "Kokeshi" è studiato per lavorare in maniera indipendente, offrendo una sensibilità incredibile. Si percepisce chiaramente quando le totanare toccano il fondo, il tipo di fondale e persino quando il piombo picchia. Questa sensibilità permette di fare movimenti unici, come "scrollare il piombo senza staccarlo" dal fondo, animando l'esca in modo irresistibile. La canna è concepita come una vera e propria "estensione del braccio", una "prolunga" che rende la pesca quasi come se si agisse a mano. La sua rigidità e la sua azione di punta consentono di gestire anche calamari di grandi dimensioni (fino a 1 kg) e multiple catture contemporaneamente, senza il rischio di strappi.

Movimenti del Tataki e La Domanda Cruciale: I Calamari si Ferrano?

Una delle domande più frequenti tra i pescatori di calamari è: "Si ferrano?". La risposta del video è un categorico no. La carne dei calamari è troppo morbida per essere ferrata. È fondamentale mantenere una tensione costante della lenza e recuperare linearmente e con tranquillità. La "Kokeshi", con il suo cimino ammortizzante, facilita enormemente questo tipo di recupero, rendendo il processo più fluido e riducendo le perdite.

 

 

Il Colore delle Esche: Controverso ma Decisivo

Un'altra rivelazione sorprendente riguarda la vista del calamaro. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, i calamari percepiscono il mondo in bianco e nero. Studi di biologi giapponesi hanno dimostrato che il loro occhio è specializzato nella visione dei contrasti, dato che nelle profondità che frequentano abitualmente la percezione dei colori è limitata.

Questo significa che il colore degli artificiali è comunque importante, ma non nel modo tradizionale. Bisogna ragionare per contrasti, considerando l'ora del giorno, la profondità e il tipo di fondale. Per creare un contrasto efficace, è necessario capire quanta luce filtra in profondità e come l'artificiale si distinguerà dal colore del fondo. È per questo che i colori "spezzati" (ad esempio, una totanara con due colori distinti che creano un forte contrasto) funzionano così bene.

Inoltre, il corpo del calamaro è progettato per percepire le vibrazioni delle prede, come una sorta di "linea laterale" tipica dei pesci. Questa capacità gli permette di sentire le esche scendere o le prede avvicinarsi anche da lunghe distanze, compensando la sua vista limitata.

Le Montature Rivoluzionarie: Chokubula, Bulanko e Chokketsu

Il video dedica un capitolo fondamentale alle montature, spiegando le differenze e i contesti d'uso di tre tipologie principali:

  1. Chokubula: È la montatura "classica" a cui molti sono abituati, con gli artificiali attaccati direttamente sulla lenza "a bandiera", senza bracciolo e con un Dropper Loop molto stretto. È ideale in condizioni di poco scarroccio o quando si utilizza un motore elettrico di posizionamento.
  2. Bulanko: Molto simile alla Chokubula, ma con un Dropper Loop più lungo, creando un piccolo bracciolo. Questa montatura può essere realizzata anche con tecnosfere. Fa parte della pesca a "Sasoi" e richiede artificiali leggermente affondanti o galleggianti (come i Toto Sutte di Yamashita o alcuni DTD). La Sasoi è indicata per scarrocciare più velocemente o per una pesca "passando sopra" e recuperando con tensione, con braccioli di 5-10 cm che permettono all'esca di distendersi meglio in corrente.
  3. Chokketsu: Questa è la vera "rivoluzione". La montatura Chokketsu è una montatura completamente in linea, studiata per essere utilizzata in condizioni di forte scarroccio e con canne specifiche come la "Kokeshi". Senza una canna rigida e particolare come la "Kokeshi", animare gli artificiali in questa montatura sarebbe molto difficile. I giapponesi la usano da anni, e la sua efficacia in condizioni difficili è nettamente superiore alle montature tradizionali.

 

 

La realizzazione del nodo per la Chokketsu è unica e probabilmente sconosciuta a molti. Si crea un'asola particolare, chiusa con un nodo a "otto", che consente alla montatura di essere estremamente modulabile. È possibile aggiungere artificiali semplicemente giuntando un pezzo di lenza con uno snap e la parte bassa della montatura, permettendo di passare da 3 a 6 artificiali con facilità. L'elemento chiave sono le "Treasure Bed", perline che permettono di aprire e chiudere il nodo scorrevole con grande comodità.

Nella Chokketsu, gli artificiali lavorano in linea perfetta, offrendo un'azione in acqua "catturantissima". Quando si "sbacchetta" la canna, gli artificiali "saltellano" in modo completamente diverso rispetto alle altre montature. Questo sistema favorisce la cattura, poiché i calamari hanno l'abitudine di mangiare "in testa" all'artificiale e poi scivolare. Con la Chokketsu, il calamaro viene recuperato in linea retta, rendendo molto più difficile perderlo e aumentando notevolmente il tasso di successo.

 

 

Consigli Pratici per le Montature e la Scelta del Filo

Per la realizzazione delle montature, la qualità degli snap è fondamentale. Si consiglia di acquistare solo snap di alta qualità, poiché quelli scadenti possono ossidarsi e rompere il filo, specialmente se si utilizzano diametri sottili. Gli snap di Sasame sono un riferimento di eccellenza.

Per quanto riguarda il filo terminale, il video suggerisce fluorocarbon di alta qualità come quelli di Intech. Si consigliano diametri come lo 0.257 (4.2 kg di tenuta) o lo 0.278 (4.9 kg di tenuta) per le acque più profonde, mentre per acque meno profonde o calamari più apatici si può scendere allo 0.21 o lo 0.25. La regola generale è: più si va in profondità, più si inspessisce il terminale; meno si va in profondità, più si usa un diametro leggero.

Conclusione: Un Nuovo Mondo nella Pesca al Calamaro

Correlato a questo articolo, su youtube (vedi qui sotto) troverai anche un mio video che è un vero e proprio "manuale enciclopedico" sulla pesca al calamaro. Offre non solo una solida base di conoscenze, ma anche tecniche innovative e segreti che possono fare la differenza. La comprensione delle abitudini del calamaro, l'uso intelligente dell'ecoscandaglio, l'adozione di attrezzature specifiche come la canna "Kokeshi" e l'applicazione delle rivoluzionarie montature Chokketsu, aprono un nuovo mondo di possibilità per i pescatori.

La pesca al calamaro non è solo una sfida, ma un'esperienza gratificante. Con i consigli e le tecniche illustrate in questo video, ogni uscita in mare può trasformarsi in un successo memorabile. Non resta che mettere in pratica questi preziosi insegnamenti e prepararsi a vivere emozioni uniche.

PUBBLICAZIONE

05/01/2026

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